Pensieri fuori dal coro: Maritozzi alla panna

Nel bene e nel male la vita è davvero sorprendente.  Mi fermo a pensare a quanto possa essere bizzarro e allo stesso tempo meraviglioso il fatto che talvolta, senza averne la ben che minima consapevolezza, capita che durante le occasioni meno pertinenti per una strana coincidenza di analogie, coincidenze o semplici casualità, si vadano a creare nuovi e preziosi legami, riaffiorino ricordi lontani ormai dimenticati in fondo al cassetto della mente, emergano aspetti davvero sorprendenti di persone più o meno conosciute, si materializzano nuove prospettive, o più semplicemente si inciampi nella vita di uno sconosciuto. Un incontro, una frase, un ricordo, un’emozione che nel contesto, nella situazione che ci si appresta a vivere, potrebbe sembrare totalmente fuori luogo, ma che invece ha un suo motivo d’esserci, colma di un senso  e di un valore che va oltre la nostra immediata comprensione. Come una ventata di aria fresca al suo passaggio porta scompiglio  ad un apparente e rigoroso ordine.

Un funerale per esempio, è una delle poche esperienze aggreganti e consolatorie che abbiamo a disposizione per metabolizzare ed esorcizzare il dolore e la sofferenza provata per la perdita di un nostro caro. Eppure quello a cui siamo abituati è un evento formale silenzioso, discreto, meglio se sommesso, che non si sa mai che a qualcuno potrebbe dare fastidio. Non c’è posto per la manifestazione di altri stati emotivi che non siano tutte le diverse sfumature che vanno dalla tristezza moderata al pianto trattenuto. Siamo già fortunati di poterci vestire con colori “diversamente uguali” al nero, quindi accontentiamoci e facciamocela passare in fretta, basteranno 3 giorni di permesso lavorativo per lutto retribuiti, ma naturalmente solo in caso di parenti stretti…
Pensare che al contrario, in alcuni paesi del mondo per celebrare la morte, sorvolando sul tema dei colori e delle usanze che meriterebbero un capitolo a parte, si allestiscono addirittura tende del pianto, si preparano rinfreschi e buffet, feste e ritrovi che durano fino al giorno seguente, talvolta intere settimane, dove si mangia, si beve, si sta in compagnia, per offrire sostegno e amore a coloro che affrontano una perdita, ma sopratutto per rendere omaggio ad una vita conclusa.
Certo, parlare di festa può sembrare decisamente fuori luogo, suona stonato, ma in realtà è solo un modo diverso di vedere le cose, una strada alternativa per incamminarsi verso l’elaborazione del lutto, per dare un senso al dolore. Senza reprimerlo, nasconderlo o finire per restare soli nella propria solitudine interiore e mentale. Ed io trovo che  sia meravigliosamente liberatorio e giusto potersi togliere la maschera e lasciare che le emozioni, quelle più dolorose e negative, quelle che fin da piccoli ci insegnano a tenere chiuse a chiave dentro di noi, possano così materializzarsi ed essere accettate, condivise, nominate con il loro nome.

A questo proposito, quando circa un mese fa si è spenta la zia di Manuel, ci siamo casualmente ritrovati in una situazione analoga pur non avendone intenzione. Dopo la funzione, di fronte a caffè e biscotti, seduti intorno ad un tavolo nel giardino di una piccola gelateria in cui siamo soliti andare, con i parenti più stretti ci siamo ritrovati a  confidarci i nostri ricordi di lei,  quello che avremmo potuto ancora condividere insieme, i bei momenti trascorsi e i nostri errori, paure e debolezze.
Il tempo è trascorso veloce e intanto il flusso di pensieri pian piano è scivolato oltre tanto che ad un certo punto la mamma della dolce metà,  decisamente affranta e  provata dal dolore, d’improvviso ha preso a raccontare di quando da giovane, fresca di matrimonio, durante una passeggiata in centro con il suo novello sposo, rimase incantata davanti alla vetrina di una pasticceria in cui erano esposti Maritozzi alla panna. Quei dolci, che non aveva mai avuto l’occasione di mangiare, fin da piccola rappresentavano per lei qualcosa di proibito, peccaminoso e irraggiungibile a tal punto che vergognandosene, confidò al marito “il suo piccolo desiderio” solo una volta rientrati a casa.  E lui, poteva forse non accontentarla?
Il giorno dopo rientrato dal lavoro le regalò un intero cabaret di succulenti Maritozzi farciti con gelato alla panna. E quella fu l’unica occasione che ebbe per assaggiarli. O meglio, fu la sola fino a quando, a distanza di quasi cinquant’anni, la sottoscritta non ha deciso di partecipare a THE RECIPE-TIONIST, il contest di Flavia Galasso del blog “Cuocicucidici“. Si tratta di un gioco in cui per circa un mese chi lo desidera può scegliere di realizzare una delle ricette presenti nel sito del/della vincitore/vincitrice del mese precedente.

Curiosando tra le mille delizie del blog Beuf à la mode di Cristiana, vincitrice del gioco del mese scorso, li ho visti li bellissimi, morbidi colmi di panna montata: I Maritozzi! Sarà stato il caso? O forse no? Quelli di Cristiana sono perfetti, così simili a quelli tradizionali che non ho saputo resistere!!! Ripensando al racconto di mia suocera, ho subito pensato che sarebbe stata un’ottima occasione per regalarglieli per le festività pasquali. Senza rimuginare oltre mi sono messa all’opera sperando di strapparle un sorriso, lei che forte e risoluta si è sempre fatta in quattro anche quando la vita, a cui non ha mai chiesto nulla, le ha tolto così tanto. Nonostante il tema iniziale, dunque, spero con questa interpretazione di aver reso felice anche la stessa Cristiana, che forse mi odierà per aver scritto questo lunghissimo papiro. Chiedo venia, ma proprio non potevo esimermi!
Come da regolamento di The Recipe-Tionist per realizzare i Maritozzi ho seguito pedissequamente la sua ricetta, che tra l’altro è una garanzia perchè a sua volta lei l’ha presa in prestito dal mitico Adriano (di Profumo di lievito). Gli unici cambiamenti che ho apportato sono l’aggiunta di una generosa dose di vaniglia nell’impasto e, avendo rotto il gancio della planetaria, la lavorazione a mano. I Maritozzi che davvero si avvicinano molto per sapore e consistenza a quelli originali, trovo che possano diventare un’altra golosa proposta per il menù di Pasqua… o per rendere felici come delle pasque le vostre amate suocere!

MARITOZZI ALLA PANNA
(di Cristina, ma che erano di Adriano…)

Ingredienti per circa 10 panini di 80 gr l’uno

450 g di farina Manitoba 0
50 g di farina di riso
200 ml di acqua
90 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di miele d’arancio
1 uovo + 1 tuorlo
8 g di lievito fresco
8 g di sale
1 cucchiaino di malto (o miele)

60 g di burro
40 g di olio di mais (o arachide o riso)
zeste di un’arancia grattugiata
1 bacca di vaniglia
albume per pennellare

Rifinitura:
100 ml di acqua e 135 gr di zucchero per lo sciroppo
panna montata leggermente zuccherata per farcire

In un pentolino porta a bollore l’acqua con metà scorza d’arancia. Togli dal fuoco e fai intiepidire. In un secondo pentolino scalda l’olio e la seconda metà della scorza di arancia. Togli dal fuoco e fai raffreddare.
Nel frattempo in una ciotola sciogli il lievito con il cucchiaino di malto (io ho usato il miele d’arancia) nell’acqua tiepida precedentemente scaldata (prima di usarla verificare che la quantità sia sempre 200 ml, altrimenti riportarla al giusto peso). Incorpora anche 200 g di farina. Mescola il tutto, copri con un canovaccio pulito e lascia riposare il composto a temperatura ambiente per circa un’ora.
Trascorso tale tempo in una capiente terrina fai la fontana con la farina rimasta precedentemente mescolata a quella di riso. Al centro versa il composto di lievito e inizia a mescolare. Unisci pian piano lo zucchero, l’uovo leggermente sbattuto con una forchetta. Inizia ad impastare incorporando la farina, poi unisci anche un pizzico di sale, il tuorlo e il miele. Impasta tutto per cinque minuti circa.
Trasferisci quindi l’impasto sulla spianatoia e procedi in questo modo: con la parte della mano vicina al polso, spalma strusciando con energia l’impasto sul piano davanti a te, riportalo indietro raschiandolo con una spatola. Il movimento si farà più rapido ed energico, man mano che l’impasto prenderà consistenza, fino a che non otterrai una massa liscia ed elastica (Adriano, Profumo di lievito).
A questo punto unisci il burro morbido a pezzetti inserendolo un po’ alla volta. Lavora l’impasto sul piano di lavoro fino a quando la materia grassa non sarà stata completamente assorbita. Non si dovranno più vedere striature chiare. Una volta fatto procedi allo stesso modo inserendo poco per volta (per evitare che si sleghi l’impasto) anche l’olio con la scorza d’arancia scaldato in precedenza. Completa battendo l’impasto sulla spianatoia: prendine un lato e battilo sulla superficie, senza lasciarlo, piega e ripeti di nuovo la stessa operazione. Ad ogni colpo l’impasto inizierà ad allungarsi diventando meno appiccicoso. Procedi così fino ad ottenere una pasta liscia, morbida ed elastica, ben incordata. Forma una palla, raccoglila nella ciotola, coprila e lasciala lievitare per circa due ore.

Riprendi l’impasto ed esegui le pieghe di tipo due, ovvero: rovescia l’impasto sulla spianatoia spolverata di farina, prendi un lembo di pasta, stendilo leggermente e portalo con delicatezza verso il centro. Prendi l’angolo che si è formato a destra, stendilo leggermente e riportalo nuovamente al centro. Procedi così anche con il successivo angolo che si sarà formato a destra e continua fino a chiudere il giro. Effettuate le pieghe ribalta sulla spianatoia l’impasto cercando di conferirgli una forma sferica. Coprilo a campana per 30 minuti oppure fai lievitare in frigorifero per tutta la notte. Riprendi l’impasto e forma dei panetti di 80 g. Avvolgili ben stretti formando delle sfere. Coprile  e falle riposare altri 15 minuti.

Prendi una pallina di impasto alla volta, ribaltala allungandola un po’ e piegandola su se stessa per creare dei piccoli filoncini. Disponili distanziandoli su una teglia rivestita di carta forno. Copri tutto con la pellicola trasparente e lasciali lievitare 1 ora.

Spennella la superficie dei panini con un velo di albume e inforna a 180 gradi per 12/14 minuti. Sfornali e appena usciti dal forno spennellali nuovamente con uno sciroppo preparato facendo bollire l’acqua e lo zucchero.

Fai raffreddare completamente poi pratica al centro di ogni Maritozzo un incisione profonda trasversale. Riempi la fessura con panna montata leggermente zuccherata o con del gelato. Come raccomanda Cristiana evitare accuratamente di usare la sac a poche: la panna va rigorosamente spatolata!

Con questa ricetta partecipo a The Recipe-Tionist di marzo-aprile 2017

NB: meglio farcirli sul momento e conservare gli altri vuoti chiusi in un sacchetto di carta tipo quello per il pane al riparo dall’aria e dall’umidità. Volendo una volta cotti si possono surgelate.

20 pensieri su “Pensieri fuori dal coro: Maritozzi alla panna

  1. cristiana di paola ha detto:

    Non so neanche come cominciare. Il tuo post mi ha emozionato. Spesso quanto mi chiedono cosa trovi nella cucina di così interessante vorrei potergli spiegare proprio questo. Il cibo ha un potere aggregante che poche altre cose hanno e che stiamo rischiando di dimenticare. Poco tempo fa ad una delle mie più care amiche morì il padre, quando la riaccompagnai a casa dopo poco suonò la vicina di una certa età che le aveva preparato un arrosto. Trovai che fu un gesto bellissimo: la vera idea che qualcuno stia pensando a te, più della corona di fiori, più delle condoglianze…un gesto che racchiude amore e attenzione, che richiede tempo….sono felice che in un qualche modo la mia ricetta sia arrivata ad una persona che ne aveva bisogno. Grazie!

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    • Mile81 ha detto:

      Grazie a te per la ricetta meravigliosa e queste parole confortanti. Cucinare in fondo é uno dei modi possibili x esprimere amore ed emozioni… O come in questo caso x ricodare qualcuno. Grazie di cuore davvero!!!!

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  2. giovanna ha detto:

    Bellissimi i dolci e bellissimo pensiero per la suocera, immagino che nonostante la tristezza le abbia fatto molto piacere.Non li ho mai mangiati anche se mi hanno sempre incuriosito, il fatto che a casa sono sola a mangiare dolci non mi invoglia spesso a farli,

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  3. Fabio ha detto:

    Che la vista è strana e ci sorprende sempre è una conferma quasi ogni giorno. Sembrano tutti uguali, ma poi accadono quei piccoli o grandi cambiamenti che che ce lo fanno capire. S’, noi abbiamo un modo intimo e di dolore per affrontare un momento che alla fine è naturale e che accompagna tutti. Dovrebbe essere un saluto o per chi crede, anche un arrivederci.
    Intanto sono convintoche i dolci consolino sempre (a parte che son sempre buoni anche per festeggiare :-D), quindi, un bel maritozzo alla panna, ci sta bene (da morire!) 🙂

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  4. milesweetdiary ha detto:

    Ecco a me l’idea della festa in occasione di una dipartita piace molto: mi piace perché la vivo come un augurio per chi non c’è più e mi piace perché dovrebbe dare un po’ di conforto a chi resta. Purchè abbiano tutti la possibilità di esprimersi in modo sincero. Bizzatto eppure come scrivi tu alle volte proprio durante i funerali affiorano sensazioni e immagini “apparentemente” discordanti. Magari solo liberatorie.

    I tuoi maritozzi sono meravigliosi! Sorrido perché io li ho fatti lo scorso anno seguendo la ricetta di Anice&Cannella la versione femminile di Profumo di Lievito 🙂
    Buona settimana Mile!

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    • Mile81 ha detto:

      É vero!!!paoletta e adriano sono il numero 1 per i lievitati! X il resto grazie della tua preziosa riflessione. Alla morte non si é mai pronti ma riuscire a darle un senso e trasformare il vuoto in qualcosa di piú tangibile da tenere sempre con noi aiuta. Io quando ad agosto ho perso mio nonno ho sentito che avrei potuto ritrovarlo nel bosco quello che amava tanto e che mi ha fatro conoscere nelle nostre passeggiate. Un bacio grande!

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  5. Flavia (Elisa Baker) ha detto:

    Milena…. da dove comincio ? Dalla ricetta dai… è stupenda! E’ de Romaaaa come la nostra bellissima Cristiana, e dal The recipe-tionist scorso ho deciso che una ricetta di chi ci ospita la voglio fare anche io e grazie a te ho scelto proprio questa, e ho deciso che il giorno di PAsqua me ne frego della dieta e me ne scofano uno bello bello ricco ricco! OH. Venendo al post, ho accompagnato mia mamma nel suo ultimo cammino, l’ho incoraggiata ad andare con un dolore nell’anima che credo, anzi non credo, perchè l’ho dovuto provare purtroppo, inimmaginabile, le ho chiesto di non voltarsi a guardare noi in quel momento perchè anche se avremmo fatto di tutto per vivere la nostra vita al meglio senza dolore, in quel momento non sarebbe stato possibile farlo e quindi doveva andare a godere quella che per lei sarebbe stata una grande immensa gioia (io questo credo) ma che non doveva voltarsi a guardare noi … dopo il funerale ho avuto la “gioia” di vedermi arrivare da Milano Mai Esteve e suo marito per darmi un forte abbraccio, e poi c’era la migliore amica di mamma che aveva fatto 800 km per poterla salutare un’ultima volta…ebbene dopo il funerale ci siamo ritrovati a casa dei miei in cucina, a tagliare salame e formaggi, a mangiare taralli e salsicce al forno…con i miei nipoti, con queste belle persone..e credimi seppur in tutti quegli schiamazzi e risa sapevo che avevo una ferita enorme dentro che non mi avrebbe dato tregua (e tutt’ora non me ne dà)… mi sono fotografata nel cuore quell’immagine, perchè è vero dopo un funerale è bello ricordare ed onorare chi ci ha lasciati col sorriso e i colori e ci metto anche i profumi di una bella tavolata. Quindi Milena se tu riconosci che tua suocera meritava i maritozzi sei stata grandiosa a regalarglieli, così come lei deve esserlo per meritare una nuora come te…. un abbraccio

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    • Mile81 ha detto:

      Flavia grazie!!!! Vedi questa ricetta ha un grande valore per me e partecipare mi ha dato la possibilità di elaborare molte emozioni. Il tema della perdita é sempre delicato e mi rende felicissima leggere queste tue riflessioni che hai voluto condividere con me!! Grazie grazie e ancora grazie! Anche e sopratutto a cristiana senza la sua ricetta non li avrei mai fatti e non avrei mai potuto x così dire metabolizzare!

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  6. infuso di riso ha detto:

    cara mile mi spiace tanto per la perdita della zia di manuel…
    bello e toccante la tua narrazione del incontro con i parenti piu stretti a ricordare la zia e i dettagli della sua vita…
    per i maritozzi che dire: sei bravissima fanno una voglia solo a vederli!!!!!
    i miei complimenti
    bacio a te

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    • Mile81 ha detto:

      Cara daniela purtroppo é andata cosí ma supereremo anche questa. Lei resterà sempre con noi. Per i maritozzi grazie mille!!! É merito della ricetta di cristiana che era di adriano: lui é una garanzia x i lievitati!!! Buona serata e un bacio grande!

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