LA MIA TORTA DEGLI ADDOBBI PER IL CLUB DEL 27, SECONDO LA VERSIONE DI CASA ZINI

Tra le tante ricette da rispolverare per il Club del 27 di Matchallenge, che per il mese di aprile ha come tema il riso, non ho potuto fare a meno di sceglierne una a cui sono particolarmente legata affettivamente e che fa parte della storia della mia famiglia e della città in cui sono nata e cresciuta: la torta degli addobbi o torta di riso bolognese. Questo dolce tradizionale anticamente veniva preparato durante la festa degli Addobbi, da cui prende il nome, istituita nel XVI secolo dal Cardinale Paleotti in occasione della quale, a turno, quattro parrocchie della città celebravano l’eucarestia. Durante la processione le famiglie della città addobbavano le strade con drappi, stendardi, altarini, fiori e offrivano nelle loro case la torta di riso bolognese come segno benaugurate e propiziatorio.
Con il passare del tempo questo dolce divenne una delle specialità di Bologna, un classico che si può trovare in tutte le pasticcerie tipiche cittadine e che ogni famiglia prepara secondo la sua personale ricetta tramandata nel tempo, anche in occasione di altre festività religiose.

Dai tempi che furono, anche la mia famiglia, bolognese da generazioni da parte di mio padre, ha la sua ricetta segreta la cui unica depositaria ufficiale, fortunatamente ancora viva e vegeta, è per l’appunto la mia nonnina paterna.
Oggi Nonna Ornella, dopo diverse cadute e interventi chirurgici, a causa di una poca simpatica demenza senile, sta perdendo sempre più velocemente la memoria. Corpo e mente piano piano cedono ogni giorno di più.
Per noi famigliari, osservare il decorso della “malattia” è frustante e doloroso, specie quando con lo sguardo un po’ vuoto lei ti scruta  persa in un mondo tutto suo, domandandoti come ti chiami. Non è semplice accettare tutto questo, accettare che per qualche ragione oscura, il tempo e la vecchiaia ci hanno portato via per sempre una parte di lei. Ornella una volta era una sarta, una grande lettrice di gialli, una donna paziente devota al marito e amante della moda, una nonna premurosa che mi ha trasmesso l’amore per i libri e per i… ghiaccioli, una brava casalinga che, più per necessità che per passione, ha imparato a cucinare cibi semplici, adatti alla difficile digestione del suo puntiglioso consorte, insieme a quei piatti ricchi e saporiti della nostra regione che non possono proprio mancare sulle tavole bandite a festa.

E così per le feste, mentre la mamma di mia madre ci coccolava preparando lasagne, cannelloni, tagliatelle al ragù, arrosti e pinze, a casa da mio padre invece, abbandonata la minestrina e la verdura lessa di tutti i giorni, non c’era Natale, Pasqua o altra ricorrenza che si potesse festeggiare senza i tortellini in brodo, i passatelli, il bonet e naturalmente la torta degli addobbi di nonna Ornella, la mia preferita in assoluto. L’unico dolce a base di riso che io abbia mai desiderato mangiare! Ed è davvero strano, se ci penso, per me che fin da piccola detestavo i canditi e che per i dolci a base di riso non ho mai avuto una grande passione. Ma per la sua torta impazzivo letteralmente.
Strano è anche pensare a come si finisca per provare a realizzare certe ricette verso cui si nutre un legame speciale e intenso, solo quando purtroppo chi le preparava per noi viene in qualche modo a mancare, o per qualche impedimento non può più farlo. Sono ricette speciali per preparare cibi dell’anima, che più che il corpo nutrono il nostro mondo interiore. Cibi che mantengono vivi ricordi, persone, gesti, pensieri, sensazioni, legami affettivi anche intergenerazionali, che raccontano storie di famiglie così lontane da noi eppure ancora così vive e presenti nei nostri cuori.
La torta degli addobbi è quindi per me molto di più di un semplice dolce della tradizione.

Grazie al Club del 27 ho colto così l’occasione di preparare per la prima volta la torta di riso bolognese secondo la versione della mia famiglia, molto simile a quella che a suo tempo aveva pubblicato Elisa Baker sul sito di Mtchallenge e a quella ufficiale depositata alla Camera di Commercio di Bologna.
La ricetta in questione l’ho avuta in dono da mia nonna circa sette anni fa, quando decisi di andare a convivere, insieme al divieto assoluto di apportare qualsiasi tipo di modifica o aggiustamento a questa ricetta storica che per oltre cent’anni ha funzionato egregiamente così com’è. Un secolo? E tutta tremante, versando il latte nella pentola, ho fatto un rapido calcolo e, in effetti, se la zia di mia nonna (che ora ha 84 anni) la preparava così appena diciottenne, forse di anni ne sono trascorsi anche qualcuno di più. Certa che non sarei stata di certo io ad interrompere questa tradizione, ho seguito la ricetta con scrupolo e il risultato è stato straordinario. Anche se non sarà mai come quella di mia nonna, è stata una vera soddisfazione servirla a tavola il giorno di Pasqua e ricevere tanti complimenti. Naturalmente non sono mancate anche le critiche. Qualcuno, diciamo pure quasi tutti, giustamente mi ha fatto notare che le mandorle andavano tritate più finemente, che le fette dovevo tagliarle in piccoli rombi più precisi, che gli stuzzicadenti con la ballerina non erano affini al tema pasquale…. in pratica come direbbe Mara Maionchi “il sapore c’è, la consistenza anche, ma per me è NO!” La mia dolce famigliola è moolto esigente, ma alla fine hanno gradito perchè la torta è finita!
Ora non mi resta che lasciarvi la ricetta di casa Zini e Zuppiroli. La dedico a lei, alla mia nonnina, nella speranza che in quel poco che resta, rimanga vivida la consapevolezza dell’affetto che nutro per lei.

TORTA DEGLI ADDOBBI. LA TORTA DI RISO BOLOGNESE

1 Litro di latte intero
400 gr di zucchero semolato
200 gr di riso originario
100 gr di cedro candito
100 gr di mandorle private della pelle
50 gr di amaretti
6 uova
1 cucchiaio di vaniglia
scorza di mezzo limone  biologico (io limone di Sorrento)
1 pizzico di sale
3 cucchiai di liquore alla mandorla amara
Liquore misto per dolci+ liquore alla mandorla amara uniti in uguali quantità per spennellare la torta
Olio di semi e un cucchiaio di pan grattato per ungere lo stampo

Trita molto finemente (mi raccomando super finemente!) il cedro candito e le mandorle. Versali in una ciotola insieme agli amaretti sbriciolati e a 3 cucchiai di liquore alla mandorla amara. Mescola il tutto e tieni da parte. In una pentola scalda il latte e appena raggiunge il bollore versaci il riso e la vaniglia. Cuocilo a fuoco lento fino a quando non sarà ben cotto. Qualche minuto prima di spegnere il fornello a parte in una casseruola dal fondo spesso caramella 100 gr di zucchero presi dal totale e uniscili al riso. Mescola e togli la pentola dal fuoco. Aggiungi immediatamente lo zucchero restante e un pizzico di sale. Fai intiepidire per una quindicina di minuti poi unisci il composto di mandorle, cedro e amaretti. Mescola bene in modo che si amalgamino tutti gli ingredienti e attendi che si raffreddi completamente. La cosa migliore sarebbe lasciar riposare il composto a temperatura ambiente per circa mezza giornata così da consentire a tutti i sapori di integrarsi tra loro al meglio. A questo punto unisci poco alla volta anche le uova, precedentemente sbattute a parte con una forchetta. Mescola bene incorporandole al composto. Versalo in una teglia unta di olio di semi e leggermente cosparsa di pan grattato.

Inforna a 180° C. per 15/20 minuti poi copri la teglia con un foglio di carta stagnola per evitare che la superficie scurisca troppo e continua la cottura per altri 40/45 minuti.

Sforna la torta. In un bicchieri unisci in parti uguali il liquore per dolci e quello alla mandorla amara. Mescola bene poi spennellalo sulla superficie e sui bordi della torta ancora calda. Fai raffreddare completamente a temperatura ambiente poi taglia la torta in rombi precisi tutti più o meno della stessa dimensione.
La torta si conserva in frigo, nel ripiano più basso, coperta da un foglio di carta stagnola per diversi giorni. Anzi direi che i giorni seguenti è ancora più buona!

Volete provare altre ricette strepitose a base di riso? Fate un giretto qui, troverete tante golose varianti dolci e salate provenienti da tutto il mondo!

38 pensieri su “LA MIA TORTA DEGLI ADDOBBI PER IL CLUB DEL 27, SECONDO LA VERSIONE DI CASA ZINI

  1. Ilaria ha detto:

    Avere le ricette di famiglia tramandate di generazione in generazione è una fortuna di cui purtroppo non tutti godono. Anche se la tua nonnina sta pian piano dimenticando, tu certo non lo farai e conserverai gelosamente tutte le sue ricette e ricordi.
    Grazie per aver condiviso la ricetta on noi. E a proposito, a me le ballerine sopra piacciono.

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  2. Kika ha detto:

    Che storia meravigliosa. Ho sempre desiderato avere una nonnina con ricette segrete da tramandare. Questa torta mi incuriosisce, nonostante io non sia per niente amante dei dolci di riso, però penso sia più una cosa mentale, d’altronde adoro la pastiera.

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    • Mile81 ha detto:

      Carissima anche io non amo i dolci con il riso… e pure i canditi non mi piacciono! Però in questa torta gli ingredienti si fondano e ne esce fuori qualcosa di assolutamente gradevole e goloso! Io sono di parte però, la mia non è all’altezza di quella della nonnina, ma ci sono cresciuta! Provala vedrai che ti conquisterà. Mi raccomando se la fai trita mandorle e canditi finissimi. Un saluto caro!

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  3. Gaia ha detto:

    E’ un bellissimo racconto il tuo, e visto che anche io ho parecchi Zini in famiglia, penso davvero che proverò a fare la ricetta che ti ha passato nonna Ornella… scoprissi mai che siamo anche parenti!!
    :-*

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    • Mile81 ha detto:

      Gaia, ma davvero? Non saprei dire se Zini è un cognome molto diffuso, però sarebbe proprio bello scoprire di essere parenti grazie ad una torta di riso!!! Un saluto caro e buona serata 🙂

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  4. Giuliana Fabris ha detto:

    la torta degli addobbi è forse il solo dolce a base di riso che mi piace. Non l’avevo mai fatta, sempre solo assaggiata. Mi dispiace per tua nonna, e lo so, ci sono passata con mio suocero, vederli andare via in questo modo, pur essendo presenti, è davvero doloroso e difficile da accettare. Ti abbraccio e dai un bacio a tua nonna per me.

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    • Mile81 ha detto:

      Grazie Daniela. Se una avesse il tempo non sarebbe male provare tutte le ricette della tradizione! Sono contenta ti piaccia e sopratutto mi fa piacere che tu l’abbia scoperta qui da me! Grazie cara e come sempre un abbraccio grande grande! 🙂

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  5. milesweetdiary ha detto:

    Forse perché il cibo è convivialità ma è innegabile che a lui tanti ricordi nel male e più spesso nel bene ci leghino. Tentativo di rievocare emozioni, eventi, ricordi. Grazie di aver condiviso con noi sia il racconto sia la ricetta….
    Da qualche parte tua nonna ha consapevolezza dell’affetto che hai per lei e lei per te… ❤

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    • Mile81 ha detto:

      Grazie Mile davvero. Questo dolce come scrivi tu in effetti rievoca davvero tantissimi ricordi. Spero proprio che sia così e che nella mia nonnina sia sempre viva questa consapevolezza. Un saluto caro e buona serata 🙂

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  6. lapagnottainnamorata ha detto:

    Non amo molto il riso – come ho abbondantemente pubblicizzato sul mio blog – ma questa torta mi sembra proprio appetitosa:)
    Bellissime le ballerine sui cubotti di torta:)
    Claudia

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    • Mile81 ha detto:

      Grazie Claudia. Anche io come te non amo i dolci con il riso fatta eccezione per questa torta. Sarà che ci sono cresciuta ma il riso qui acquista un sapore e una consistenza davvero differente. Grazie di essere passata da qui e buona serata!

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